Denominato in tanti modi. Dente di leone, Soffione, Tarassacco, Pisciacane, Polenta del diavolo, Piscialetto, Corona del Sacerdote. Questi sono alcuni nomi che fanno riferimento al Taraxacum officinale. Quest' erba è stata comunemente venerata fin da tempi antichissimi, è una delle maggiori erbe ricercate per arricchire qualsiasi piatto in cucina. Quasi tutte le parti della pianta, foglie, fiori, cime e la radice, vengono utilizzati sia a scopo culinario sia a scopo medicinale.
Botanicamente parlando appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Genere: Taraxacum. Nome scientifico: Taraxacum officinale. Vista la grande mole di nomi comuni con qui il Taraxacum officinale viene chiamato in questo articolo lo chiamerò semplicemente Tarassaco nome molto usato e abbastanza comune in quasi tutta italia.
Si pensa che il Tarassaco sia di origine asiatica e con la grande mole di commercio in tempi antichi via mare, i suoi semi e la pianta, hanno infestato gran parte dell'europa tra cui il Mediterraneo. E' una pianta molto rustica e umile, cresce vigorosamente ovunque nei prati e nei campi. E' dotata di robuste radici a fittone molto spesse e lunghe foglie verdi, che si innalzano direttamente dalla superficie del terreno in modo molto elegante e radiante. I fiori nascono all'inizio della primavera ma non è difficile trovare qualche fiore anche verso ottobre novembre. I famosi gambi dei fiori sono pieni di nettare profumato che attirano facilmente e incondizionatamente le meravigliose e dolci api che popoleranno il nostro giardino. La pianta di Tarassaco raggiunge circa i 50 cm di altezza. Quasi tutte le parti della pianta trasudano una specie di latte bianco.
La radice è molto robusta e molte volte si fa fatica a tirarla via. Contiene una sostanza simile al latte di colore bianco e molto concentrata. In genere, le radici si raccolgono in estate per scopi medicinali e in autunno si fanno essiccare. Sia i fiori che le radici contengono differenti componenti di alto valore noti per avere proprietà anti-ossidante in grado di promuovere un ottimo stato di salute generale.
Il suo lattice è un potente lassativo. La Radice di tarassaco come sia le foglie che il fiore, contengono una resina acre denominata Taraxacerin. Inoltre, la radice contiene anche inulina e levulina. Questi composti nominati qui sopra svolgono l'azione medicinale e terapeutica di questa pianta.
I composti principali della pianta hanno sia funzioni lassative che funzioni diuretiche (Ci aiutano a fare tanta plin plin e non solo). Le diverse parti della pianta sono state utilizzate per depurare il fegato. L'erba è anche un buon tonico, stimola l'appetito ed è un buon rimedio per problemi di dispepsia (dolore e/o fastidio persistente o ricorrente localizzato nella zona dello stomaco). Vengono spesso utilizzati i suoi fiori nella preparazione di ottime tisane depurative.
Qui sopra possiamo dare uno sguardo alla tabella nutrizionale relativa a 100 grammi di Tarassaco. Come si può notare dalla tabella la pianta è particolarmente ricca di moltissime vitamine. Le sue foglie sono ricche di flavonoidi come il β-carotene, α-carotene, luteina, cripto-xanthina e zeaxanthina. L'erba è buona fonte di minerali come potassio, calcio, manganese, ferro e magnesio. Il Tarassaco è probabilmente una tra le piante più ricche in natura di vitamina K, fornisce circa il 650% della razione giornaliera raccomandata. La vitamina K ha un potenziale ruolo nella costruzione della nostra massa ossea e riduce i rischi di tutti i problemi generici legati alle ossa. Vitamina A e Vitamina C due potentissime vitamine antiossidanti presenti nell'erba ne fanno da cavalieri.
Conclusioni: Alcune persone potrebbero risultare allergiche a questa pianta dunque è sempre bene usare cautela e chiedere consiglio ad un medico prima di intraprendere qualsiasi cura fai da te. Ricordarsi anche di bollire l'intera pianta di Tarassaco e di non raccogliere mai la pianta sugli angoli delle strade perchè spesso tra diserbanti e inquinamento faranno più male che bene. Io di solito prediligo prenderle in alta montagna e in zone particolarmente incontaminate facendo sempre attenzione a non dimenticarmi di metterla a bollirle per circa 1 minuto.
Castaldo Gabriella
15 Set 2015Un artícolo scritto con precisione, facile da capire anche per i neofiti. Tanti auguri.
Dottoressa Gabriella Castaldo. Biologa ed specialista in medicina naturale
Paola Gerini
29 Nov 2020tutto corretto, ma...la bibliografia?